In tempi di ristrettezza per i conti pubblici e di sacrifici per i contribuenti, bisogna recuperare risorse da spendere per le necessità urgenti, o meglio ancora da redistribuire alleggerendo il carico fiscale che grava sulle persone che pagano le tasse. E di risorse, e tante (il ministero dell’Economia stima in 91 miliardi di euro l’anno l’ammontare di tasse evase sulle principali imposte) se ne possono trovare nel mondo dell’evasione fiscale. Il governo sta progettando di introdurre il meccanismo della reverse charge per il pagamento dell’Iva, una grande/piccola rivoluzione in grado di stroncare alcuni dei raggiri tributari più insidiosi, come le «frodi carosello». Un’operazione ieri confermata come possibile da Yoram Gutgeld, uno degli economisti di Palazzo Chigi. Ma come si legge nel capitolo dedicato al tema lotta all’evasione della nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza approvato dal Consiglio dei ministri, quel che si prospetta è l’abolizione dei vecchi scontrini, sostituiti da pagamenti e fatturazione elettronica, che renderanno più semplici, automatici, efficaci e (forse paradossalmente) meno invasivi i controlli fiscali.
Un caposaldo del piano ovviamente è l’aumento del ricorso alla moneta elettronica, Il secondo passo è la fatturazione elettronica in tutte le transazioni. Oggi l’obbligo è in vigore soltanto nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, ma l’intenzione è quella di estenderlo anche a tutti i rapporti tra imprese. Spariranno gli scontrini cartacei, ma non spariranno del tutto i registratori di cassa: soltanto che diventeranno dei tablet o dei laptop, in grado di registrare le transazioni effettuate e di inviarle in tempo reale al Fisco. Uno dei frutti dell’utilizzo spinto a fondo delle banche dati già disponibili, mediato dalle nuove tecnologie informatiche è stato già anticipato ai parlamentari: si tratta del progetto «Vista unica del contribuente». Ci vorranno diversi mesi per realizzare il sistema, che potrà materializzarsi in un sito o in una o più applicazioni. Ma l’intenzione è quella di creare una sorta di «file» contenente tutte le informazioni in possesso del Fisco su di un singolo contribuente: redditi, utenze, passaggi di proprietà, rapporti bancari, spese sostenute e quant’altro, tutto facilmente accessibile. La novità è che la banca dati non sarà aperta solo agli operatori tributari autorizzati, ma anche al contribuente, con cui il sistema intende «giocare a carte scoperte». Insomma, il Fisco ci dirà tutto quel che sa di noi; noi potremo decidere (se non siamo in regola) se sfidare un possibile controllo o adempiere.
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Autoreavv. Gennaro di Maggio Attenzione:
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