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VOLUNTARY DISCLOSURE: trattamento speciale per i “pentiti”

31/10/2013

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In Italia è nato un dipartimento apposito, di chiama Ucifi, Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali. L’obiettivo è far rientrare soprattutto quelle somme all’estero da più di 10 anni o magari passate di mano per via ereditaria e, quindi, sulle quali è venuto meno (assieme a chi l’ha commesso) il carico penale. La voluntary disclosure nasce da questo sforzo e rappresenta la possibilità di far rientrare capitali esteri illeciti frutto di evasione. Non si tratta di un condono mascherato perché saranno dovute tutte le imposte evase nei periodi ancora accertabili, tenendo conto del raddoppio dei termini nel caso in cui le attività siano detenute in paradisi fiscali e dando carico al contribuente di dimostrare, esibendo la documentazione bancaria, l’origine dei fondi per superare la presunzione che i capitali non dichiarati siano formati con redditi non assoggettati a tassazione. C'è da specificare che l'attività è sperimentale e nel frattempo l’Ucifi sta operando nel modo meno formale possibile. Lo si intuisce anche dalla relativa circolare che, a differenza di molte altre firmate Agenzia delle Entrate, non entra nei particolari. All’Ucifi viene affidato il compito di sperimentare l’azione di contrasto nello specifico Settore – si legge nella circolare 25 del luglio scorso – anche attraverso lo sviluppo di attività volte alla volontaria disclosure di attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero da contribuenti nazionali. Quindi, se si pagano tutte le multe e le imposte arretrate che convenienza c’è? Innanzitutto molti correntisti esteri che non hanno dichiarato i propri capitali rischiano di trovarsi spiazzati dalle stesse banche o magari denunciati. Con il pericolo di non potere più utilizzare o rimpatriare le somme suiconti cifrati. E dunque, per evitare guai maggiori, è meglio auto-denunciarsi. La trattativa tra cittadino e Agenzia delle Entrate prevede comunque una serie di agevolazioni. Nonostante in caso di adesione alla contestazione dovrebbe comunque pagarsi non meno di un terzo della somma dei minimi edittali derivanti dall’omessa compilazione del modulo RW (quello relativo ai soldi all’estero) per tutti gli anni accertabili, esiste la possibilità che multe e arretrati vengano calcolati secondo l’importo minimo previsto. E già questo è un bel vantaggio. Infine, si apre la strada all’arrivo della normativa all’americana. Chi si auto denuncia può ottenere tutti gli sconti di pena possibili che, tra riti alternativi e attenuanti, possono far scendere la condanna anche al di sotto degli otto mesi. Una pena che, vista l’eseguità, e i benefici già previsti dal codice per gli incensurati non si rischia di scontare. Tra non molto però le cose potrebbero andare ancora meglio: nessun inchiesta penale, nessun processo, ma solo il pericolo di essere colpiti con estrema severità se un giorno si scoprisse che a propria auto-denuncia è incompleta. 
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    Autore

    avv. Gennaro di Maggio
    Patrocinante  presso le Magistrature Superiori 
    Docente di diritto finanziario

    Facoltà di Giurisprudenza Università Federico II di Napoli
    Responsabile dello sportello di consulenza e assistenza tributaria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
    Componente del comitato regionale sulla mediazione tributaria istituito presso la D.R.E. Campania 

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